Quod erat in votis. Ed alla fine giunse la Dea.

Quod erat in votis. Ed alla fine giunse la Dea.

Quod erat in votis. Come si sperava. (Orazio)

Ed alla fine è giunta; la prima vittoria in Champions League della sua storia è stata conquistata dall’Atalanta sul terreno milanese di san Siro.

La squadra di Gasperini affrontava la Dinamo di Zagabria in un incontro decisivo per tenere accese le ultime speranze di accesso al secondo turno di Champions oppure in alternativa in Uefa Europa League.

Gli auspici sono buoni, se non altro a Milano non piove, accadimento quasi miracoloso di questi tempi. La serata è mite, sono aperti tutti e tre gli anelli di San Siro; arroccati su al terzo anello quasi cinquemila tifosi croati, controllatissimi da un ingente schieramento di forze dell’ordine.

Prima dell’avvio della gara un manipolo di ultras delle due formazioni viene in contatto al di fuori dello stadio, in prossimità dei gates d’ingresso. Per evitare che le cose si complichino ulteriormente le forze di polizia sgomberano subito l’area con decisione. A fine serata il deflusso degli ospiti croati sarà ordinato e regolato con misure rigidissime.

Ecco le formazioni ufficiali comunicate dalla Uefa

Sono diversi i protagonisti attesi alla vigilia; la Dea gioca due carichi di briscola come il Papu Gomez e Luis Muriel mentre nella Dinamo tutti gli occhi sono puntati sul giovane talento spagnolo Dani Olmo.

Sugli spalti, massicci e compatti, i cinquemila tifosi croati si fanno sentire, mentre il pubblico bergamasco è un tantino meno coreografico del solito e sembra un po’ bloccato; comprensibile, alla Champions bisogna farci l’abitudine, ci vuole ben più di una stagione per farsi il callo e non sentire l’emozione perenne del debutto sul più importante palcoscenico del football mondiale.

Vamos!

Tifoseria GNK Dinamo Zagreb © Francesco Scaccianoce

L ‘Atalanta parte col botto e confeziona in due minuti due clamorose occasioni, con Hateboer e con Pasalic. Ma le gambe frullano a vuoto e la sfera non entra in porta. Questo è un match da “dentro o fuori” e la tensione gioca scherzetti bizzarri anche a giocatori esperti e navigati.

Repetita non iuvant…. Al minuto 20 pt è sempre Pasalic a sprecare uno splendido assist di Gomez. Ma la Dea c’è e già ci si inizia chiedere come diavolo possa avere fatto a perdere per 4 a 0 in Croazia a settembre contro questa Dinamo. A Milan se diset “roba de matt!”

Minuto 26 pt; il giocatore made in Germany atalantino Robin Gosens prende la traversa, la palla torna giocabile e Muriel che la sta per agganciare rimedia una pedata in area. Rigore, indiscutibilmente RIGORE!

Lui stesso piazza il pallone, rimane freddo in attesa che l’arbitro spieghi al portiere le nuove regole sul posizionamento in caso di penalty, prende la rincorsa e spiazza Livaković.

Luis Muriel (Atalanta) gol su rigore / ©Francesco Scaccianoce

1 a 0. Meritatissimo per una Dea che – in barba alla strategia da fabbri croata – prova giocare mettendo sul tappeto verde schemi, testa e coraggio. I gialli della Dinamo invece scelgono la strategia del fabbro…picchiano, picchiano e poi… picchiano. Di strutturato nel gioco ospite si vede assai poco.

Mentre il portiere bergamasco Gollini scalda i guanti bloccando un tiro di Leovac, i Gasp’s mancano ancora all’appuntamento con il ko; Hateboer tira a porta vuota viene ma Dino Perić salva i ragazzi allenati da Bjelica sulla riga. Le bestemmie in dialetto delle valli bergamasche che girano fanno per un attimo impallidire la Madunina del Domm. Ad evitare che la Dea si senta già in tasca i tre punti ci pensa al minuto 36 Orsic, con un destro a giro alla Del Piero che va a sbattere sulla traversa. Due tentativi di Gomez e Muriel chiudono il primo tempo, senza altri patemi d’animo.

Dani Olmo (GNK Dinamo Zagreb)/ ©Francesco Scaccianoce

Un gol da Champions League, di quelli che si mettono in cineteca per farlo rivedere ai nipotini, mille e mille volte.

Il secondo tempo è un monologo; sulla scena solo i bergamaschi che legittimano vantaggio, supremazia e vittoria. Al minuto 47, il Papu Gomez ci regala il gol dell’anno. Recupera palla e le dà un leggero abbrivio. Doppio passo, tunnel su Ivanušec (senza toccare la sfera, il tunnel nasce da una finta, la palla non tocca il piede del Papu) e destro sul secondo palo.

Un gol che vale il biglietto, ed avanza ancora qualcosa. Favoloso! Un gol da Champions League, di quelli che si mettono in cineteca per farlo rivedere ai nipotini, mille e mille volte.

Alejandro Dario Gomez (Atalanta) e Marten De Roon (Atalanta) festeggiano il gol/ ©Francesco Scaccianoce

La Dinamo è in ginocchio e capisce che ormai la sfida è persa. Al minuto 60 Muriel dolorante lascia spazio ad Iličić e sarà proprio il nuovo entrato a prendere il palo al minuto 69, dopo un bel dai e vai con Pašalić.

Al minuto 76 il Papu Gomez si invola, entra in area palla al piede, solo davanti al portiere che esce alla disperata provando a chiudere la maggior parte possibile dello specchio della porta. Forse il Papu sta già pensando a quale esultanza proporre e non è lucido, spara sull’estremo difensore croato e si mangia un gol già fatto. Poco altro sino al triplice fischio di chiusura con una Dea sempre in totale controllo dell’incontro. Bravi, bravi, bravi. Bravi per averci creduto. Bravi per non essere cascati nel trappolone croato che proponeva un scontro tutto giocato sull’agonismo. Bravi per avere applicato gli schemi di Gasperini (indemoniato in panchina) che richiedevano velocità, tecnica ed elevata reattività mentale.

Pollice verso: Dani Olmo. Lo avevamo seguito in diverse tappe del Campionato Europeo Under 21 quest’estate ed eravamo rimasti impressionati dalla sua personalità e dalla tecnica della quale dispone. Contro l’Atalanta a san Siro è stato un fantasma, perennemente bloccato dalla gabbia di giocatori che Gasperini gli ha schierato contro. Il giocatore talentuoso, ammirato all’Europeo Under 21, deve essere rimasto a casa mandando al suo posto una controfigura.

Gian Piero Gasperini (Atalanta)/©Francesco Scaccianoce

Gasperini. “Fare una prestazione come questa, a soli tre giorni dalla grande partita giocata contro la Juventus, partita dispendiosa, significa che questi ragazzi si allenano benissimo ed hanno dei recuperi fantastici. (…) Abbiamo fatto una grande gara, abbiamo vinto, desideravamo tanto la vittoria in Champions”

“Questa vittoria dà un senso alla nostra esperienza Champions, all’ultima giornata siamo ancora dentro, è un grande merito”.

“Rammarico, no, non nessun rammarico. O forse si, solo per la partita con lo Shakhtar, abbiamo perso al 95’ una partita che potevamo vincere. Abbiamo fatto un discreto percorso, abbiamo fatto un punto con il City e sappiamo che andare a vincere in Ucraina non è facile, ma è comunque fattibile.”

“La mia Atalanta di questa sera è stata… emozionante”.

E adesso… roulette russa.

Il Manchester City e lo Shakhtar hanno pareggiato per 1 a 1. Se l’Atalanta dovesse vincere in Ucraina nell’ultima partita del girone e se gli inglesi dovessero uscire imbattuti dallo scontro con la Dinamo Zagreb… la Gasperini Bad Boys Band potrebbe addirittura piazzarsi al secondo posto della classifica. Facciamo finta di non pensarci ed andiamo con fiducia a prendere un po’ di freddo oltre cortina.

Atalanta Team/ ©Francesco Scaccianoce

Atalanta-Dinamo Zagabria 2-0 (1-0)

Atalanta (3-4-2-1): Gollini; Toloi, Kjaer, Palomino; Hateboer (dal 20′ st Castagne), De Roon, Freuler, Gosens; Gomez (dal 45′ st Malinovskyi), Pasalic; Muriel (dal 16′ st Ilicic). (57 Sportiello, 5 Masiello, 19 Djimsiti, 99 Barrow). All.: Gasperini

Dinamo Zagabria (3-5-2): Livakovic; Theophile-Catherine, Dilaver, Peric; Stojanovic (dal 30′ st Dira), Ivanusec (dal 22′ st Gojak), Ademi, Dani Olmo (dal 47′ st Situm), Leovac; Petkovic, Orsic. (1 Zagorac, 19 Moubandje, 92 Kadzior, 11 Gavranovic). All.: Bjelica

Arbitro: Karasev (Russia)

Reti: nel pt 27′ Muriel (rig.); nel st 2′ Gomez

Angoli: 9-6 per l’Atalanta

Recupero: 1′ e 3′

Ammoniti: Theophile-Catherine, Peric, Toloi, Pasalic, Stojanovic per gioco falloso

Spettatori: 26.496.

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