Il rugby italiano sta, finalmente, attraversando una nuova “età dell’oro”.
Dopo avere conseguito una vittoria di portata storica il 19 marzo nel Sei Nazioni (la massima competizione europea per squadre nazionali) per i nostri colori continuano ad arrivare importanti motivi di soddisfazione.
Il 19 marzo, per la prima volta nella storia, il team Italia ha sbancato Cardiff sconfiggendo sul campo il Galles per 21 a 22. Dopo trentasei sconfitte consecutive (l’ultimo successo risaliva al 2015), una via crucis tremenda, i nostri atleti sono scesi in campo per giocare un incontro che si è rivelato vincente. Determinazione, precisione tecnica, coraggio a non finire, cura dei particolari sono stati alcuni degli elementi risolutori della squadra guidata dal coach neozelandese Kieran Crowley.
La distinta atleti va inserita a furor di popolo, questa partita andrà ricordata a lungo e con dovizia di particolari.
15 Ange Capuozzo, 14 Edoardo Padovani, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Leonardo Marin, 11 Montanna Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Callum Braley, 8 Toa Halafihi, 7 Michele Lamaro (c), 6 Giovanni Pettinelli, 5 Federico Ruzza, 4 Marco Fuser, 3 Pietro Ceccarelli, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti 16 Luca Bigi, 17 Ivan Nemer, 18 Filippo Alongi, 19 David Sisi, 20 Niccolò Cannone, 21 Braam Steyn, 22 Alessandro Fusco, 23 Marco Zanon.
Il 13 novembre all’Artemio Franchi di Firenze un’altra impresa da sogno che conferma il grande momento di forma di una Nazionale davvero in crescita.
Per la prima volta gli Azzurri di Kieran Crowley riescono a battere l’Australia, con il punteggio di 28 a 27 nel secondo test match delle Autumn Nations Series 2022.
Tre le mete azzurre, la prima di Pierre Bruno e poi la doppietta di Ange Capuozzo, che finalizza due travolgenti azioni dell’Italia. I calci di Tommaso Allan che ha messo dentro due trasformazioni ed i tre punti di Edoardo Padovani hanno permesso agli azzurri di vincere, grazie anche al calcio sbagliato nel finale dagli australiani.
Si è trattato della prima vittoria degli Azzurri sui Wallabies, potenza del rugby mondiale, due volte campione del mondo, settimi nel ranking.
Nella tarda serata di domenica 20 novembre il mondo del rugby mondiale ha celebrato la propria festa di gala, a Monaco Monte Carlo, presente il Principe Alberto II Grimaldi e la Principessa Charlene di Monaco che ha concesso il suo Alto Patronaggio alla manifestazione.
All’interno della prestigiosa location della Salle des Étoiles si è tenuta l’edizione 2022 del World Rugby Awards che prevede la consegna di speciali riconoscimenti agli atleti migliori della stagione agonistica appena conclusa.
Un momento significativo che riprende una tradizione che la pandemia covid aveva giocoforza fermato; non solo un galà ma anche un momento di fraterno confronto tra i protagonisti di élite di uno degli sport più corretti e rispettosi delle regole al mondo.
A tal proposito il presidente del World Rugby, Sir Bill Beaumont, ha dichiarato: “Il ritorno a Monaco per i World Rugby Awards segna il pieno ritorno del rugby dopo la pandemia per i giocatori, gli allenatori ed i protagonisti non celebrati che hanno lasciato il segno nel 2022 sia dentro che fuori dal campo, anche in mancanza di telecamere e riflettori”.
“Dopo la grande riunione di famiglia del rugby celebrata in Nuova Zelanda per la Coppa del Mondo di rugby 2021, i premi di questa manifestazione celebreranno l’unione, la grandezza e la devozione che animano il nostro sport. È un grande piacere per noi ospitare la famiglia globale del rugby a Monaco per una serata di festa incredibilmente speciale, ringrazio pertanto Sua Altezza Reale la Principessa Charlene di Monaco e il Principato per aver accolto con favore il ritorno dei World Rugby Awards a Monte Carlo”.
Numerosi i riconoscimenti in palio e tra questi, in assoluto per la prima volta, anche il Women’s Breakthrough Player of the Year Award, ovvero il premio destinato alla giocatrice che maggiormente si è dimostrata determinante all’interno del proprio team.
Ecco l’elenco delle diverse categorie in lizza i cui titoli identificativi (facilmente interpretabili) non tradurremo per non togliere loro una certa patina internazionale.
World Rugby Awards 2022 categories
- World Rugby Men’s 15s Player of the Year in partnership with Mastercard
- World Rugby Women’s 15s Player of the Year in partnership with Mastercard
- World Rugby Men’s 15s Dream Team of the Year in partnership with Capgemini
- World Rugby Women’s 15s Dream Team of the Year in partnership with Capgemini
- World Rugby Men’s 15s Breakthrough Player of the Year in partnership with Tudor
- World Rugby Women’s 15s Breakthrough Player of the Year in partnership with Tudor
- International Rugby Players Men’s Try of the Year
- International Rugby Players Women’s Try of the Year
- World Rugby Men’s Sevens Player of the Year in partnership with HSBC
- World Rugby Women’s Sevens Player of the Year in partnership with HSBC
- World Rugby Coach of the Year
- World Rugby Referee Award
- International Rugby Players Special Merit
- Vernon Pugh Award for Distinguished Service
Il primo riconoscimento assegnato, in diretta streaming mondiale, è stato proprio quello dedicato alle rivelazioni della stagione, i Breakthrough Players of the Year .
In ambito femminile la vittoria è andata alla fortissima neozelandese Ruby Tui mentre in ambito maschile è giunta una grande soddisfazione per i nostri colori.
Ad imporsi nel contest è stato infatti un atleta azzurro –Ange Capuozzo – che ha preceduto i colleghi Henry Arundell (Inghilterra), Mack Hansen (Irlanda), Dan Sheehan (Irlanda).
Ecco la presentazione ufficiale del nostro vincitore: “Ange Capuozzo ha annunciato il suo arrivo sulla scena mondiale a marzo con il botto, segnando due mete dalla panchina contro la Scozia e poi facendo un break lungo il campo contro il Galles, impostando la meta che ha posto fine ai sette anni di sconfitte consecutive dell’Italia nel Sei Nazioni. Il terzino ben rappresenta i giovani che si sono fatti notare per l’Italia sotto la guida dell’allenatore Kieran Crowley e ha segnato una doppietta per aiutare gli Azzurri a battere per la prima volta l’Australia”.
Prima di tornare a parlare di Capuozzo riportiamo doverosamente i vincitori degli altri premi.
- World Rugby Women’s 15s Player of the Year, in partnership with Mastercard – Ruahei Demant (New Zealand)
- World Rugby Men’s 15s Player of the Year in partnership with Mastercard – Josh van der Flier (Ireland)
- World Rugby Coach of the Year – Wayne Smith (New Zealand Women’s 15s)
- World Rugby Men’s Breakthrough Player of the Year in partnership with Tudor – Ange Capuozzo (Italy)
- World Rugby Women’s Breakthrough Player of the Year in partnership with Tudor – Ruby Tui (New Zealand)
- World Rugby Men’s Sevens Player of the Year in partnership with HSBC – Terry Kennedy (Ireland)
- World Rugby Women’s Sevens Player of the Year in partnership with HSBC – Charlotte Caslick (Australia)
- World Rugby Referee Award – Tappe Henning (South Africa)
- Vernon Pugh Award for Distinguished Service – Dr Farah Palmer (New Zealand)
- International Rugby Players Special Merit Award – Bryan Habana (South Africa)
- International Rugby Players Men’s Try of the Year – Rodrigo Fernandez (Chile, vs USA on 9 July) – In assoluto il primo premio assegnato ad un atleta cileno nella lunga storia dell’award.
- International Rugby Players Women’s Try of the Year – Abby Dow (England, vs Canada on 5 November)
- World Rugby Men’s 15s Dream Team of the Year in partnership with Capgemini
1. Ellis Genge (England) 2. Malcolm Marx (South Africa) 3. Tadhg Furlong (Ireland) 4. Tadhg Beirne (Ireland) 5. Sam Whitelock (New Zealand) 6. Pablo Matera (Argentina) 7. Josh van der Flier (Ireland) 8. Grégory Alldritt (France) 9. Antoine Dupont (France) 10. Johnny Sexton (Ireland) 11. Marika Koroibete (Australia) 12. Damian de Allende (South Africa) 13. Lukhanyo Am (South Africa) 14. Will Jordan (New Zealand) 15. Freddie Steward (England).
- World Rugby Women’s 15s Dream Team of the Year in partnership with Capgemini 1. Hope Rogers (USA) 2. Emily Tuttosi (Canada) 3. Sarah Bern (England) 4. Abbie Ward (England) 5. Madoussou Fall (France) 6. Alex Matthews (England) 7. Marlie Packer (England) 8. Sophie de Goede (Canada) 9. Laure Sansus (France) 10. Ruahei Demant (New Zealand) 11. Ruby Tui (New Zealand) 12. Theresa Fitzpatrick (New Zealand) 13. Emily Scarratt (England) 14. Portia Woodman (New Zealand) 15. Abby Dow (England).
Vorrei sottolineare anche l’importantissima nomination di un altro atleta della nostra Nazionale, Edoardo Padovani, segnalato nella categoria Try of the Year (l’azione dell’anno) per il magnifico gesto tecnico e atletico effettuato nell’incontro del 19 marzo contro il Galles.
Per gli appassionati di rugby questa non è solamente una lista di premiati ma rappresenta la sintesi dell’eccellenza sportiva della specialità, sempre interpretata con una vigoria, uno stile, una correttezza che nel rugby solo landmarks intoccabili.
In chiusura una breve presentazione di Ange Capuozzo.
Nato il 30 aprile del 1999 a Le Pont-de-Claix, una cittadina dell’Isère alla periferia di Grenoble – in una famiglia d’origine italiana (i nonni emigrarono dal napoletano dopo la seconda guerra mondiale), la mamma è francese originaria del Madagascar – Ange è cresciuto sportivamente nell’US Deux Ponts, club del suo comune di nascita e successivamente nelle giovanili del Grenoble, giocando come mediano di mischia.
Potendo rappresentare sia la Francia che l’Italia, sceglie quest’ultima debuttando con primo allenatore federale Fabio Roselli, C.T. dell’Italia U-20, che lo dispone in campo nel ruolo di estremo, ruolo con il quale disputa il mondiale di categoria in Argentina.
Fisico asciutto e forte, (177 cm per 71 chili in peso forma, una corporatura non comune per il rugby), Ange ha nella dinamicità, nella velocità e nell’estro i propri punti di forza. Parla bene tre lingue, ha un eloquio che ispira istintivamente empatia, ha grandi numeri. Questo riconoscimento internazionale è l’incipit di una storia ancora da scrivere e, se il buon giorno si vede dal mattino, potrebbe trattarsi di una storia di una certa rilevanza nel grande libro del rugby azzurro.
In attesa di vederlo nuovamente sul terreno di gioco con i suoi compagni di squadra, festeggiamo una stagione memorabile che ci autorizza a sognare per il futuro.
L’età dell’oro del rugby azzurro